…..in sintesi: una chiara spiegazione del nostro amico ed esperto Michael Lodi
Quattro domande sul pensiero Computazionale
“E’ il processo mentale che sta alla base della formulazione dei problemi e delle loro soluzioni così che le soluzioni siano rappresentate in una forma che può essere implementata in maniera efficace da un elaboratore di informazioni sia esso umano o artificiale” (Jeannette Wing, direttrice del Dipartimento di Informatica della Carnegie Mellon University). Ovvero è lo sforzo che un individuo deve mettere in atto per fornire a un altro individuo o macchina tutte le “istruzioni” necessarie affinché questi eseguendole sia in grado di portare a termine il compito dato.
Perché è importante il pensiero computazionale?
Nonostante il termine “computazionale” possa indurre a pensare che il pensiero computazionale sia un’abilità utile solo a chi ha fatto dell’informatica la propria professione, si tratta di una skill fondamentale che tutti dovrebbero possedere, in particolare quei giovani che desiderano non farsi sfuggire le opportunità che il futuro porrà loro davanti nei prossimi anni. È ormai universalmente riconosciuto che per riuscire bene nel proprio futuro professionale i giovani dovranno “imparare a imparare” e non limitarsi a fornire risposte preconfezionate: in questa direzione si muovono le raccomandazioni dell’Unione Europea in materia di istruzione che sono state recepite dal MIUR anche con l’introduzione della programmazione e della robotica educativa nelle scuole a partire dalla primaria. Perché così come leggere, scrivere e contare sono abilità che è importante imparare fin da bambini, anche il pensiero computazionale deve essere appreso ed esercitato fin dai primi anni di scuola.
Il pensiero computazionale secondo il framework sviluppato dal Lifelong Kindergarten del MIT MediaLab.
Concetti di pensiero computazionale:
- Sequenza: un’attività può essere espressa attraverso una serie consecutiva di singoli step o istruzioni.
- Ciclo: è un meccanismo per eseguire più volte la medesima sequenza in maniera iterativa.
- Evento: il verificarsi di un’azione causa lo scatenarsi di un’altra azione.
- Parallelismo: significa eseguire sequenze di istruzioni inerenti allo stesso tempo.
- Condizione: è la possibilità di prendere decisioni sulla base del verificarsi di determinate situazioni.
- Operatore: fornisce supporto per la manipolazione di numeri e stringhe di caratteri.
- Dati: sono valori che possono essere salvati, recuperati e modificati durante l’esecuzione di un programma.
Learning by doing
Per insegnare a “pensare come un informatico” è necessario promuovere uno stile esperienziale (learning by doing), non frontale ma laboratoriale, in cui gli studenti imparano facendo, si sentono responsabili del processo e, sostenuti dagli adulti, ne diventano consapevoli, si percepiscono come competenti, acquisendo così fiducia nelle proprie risorse e aumentando la propria autostima.Si tratta di un approccio “learner centered”, centrato sul discente, in cui l’insegnante si muoverà a proprio agio, poiché questo approccio rappresenta l’orizzonte di riferimento della scuola italiana, coerentemente con le raccomandazioni dell’Unione Europea in materia di sviluppo delle competenze. Lavorare in team e aiutarsi reciprocamente rappresentano dei valori imprescindibili del progetto, poiché costituiscono skill che devono essere esercitate e sviluppate: l’apprendimento è più efficace e coinvolgente se frutto di un’ esperienza che si sviluppa in un ambiente caratterizzato da un clima collaborativo.