Condividiamo questa meravigliosa e coinvolgente attività perchè anche altri maestri e maestre ne traggano spunto e portino il mondo nelle loro classi. Non si tratta di trasmettere la cultura ma di concorrere, insieme ai bambini e alle bambine, a formare la cultura stessa. – Alberto Manzi
“La tecnologia ci ha consentito di uscire dalla nostra aula e di arrivare nel luogo più sconosciuto e disabitato del pianeta: l’Antartide.”
Viola, 10 anni |
Nell’ambito di un progetto dedicato allo studio dei cambiamenti climatici nel dicembre del 2019 abbiamo invitato a scuola Luciano Milano, tecnico dell’Università di Ferrara, che ha vissuto per un anno nella base italo-francese Concordia come addetto alla manutenzione delle attrezzature della base. L’incontro è stato foriero di numerose curiosità circa la vita in un luogo così incredibile come il Polo Sud… |
Su suggerimento di Luciano, per arricchire l’esperienza, abbiamo contattato l’AUSDA https://www.italiantartide.it/progetto-ausda/ per riuscire ad incontrare via Skype il gruppo di scienziati italiani in quel momento al lavoro nella base italo- francese. A fine gennaio dello scorso anno, poco prima della chiusura delle scuole, abbiamo avuto il piacere e l’emozione di sederci nel salotto della base Concordia, separati dal vetro del monitor abbiamo conversato con il team italiano di scienziati che al termine del loro turno di lavoro svolgono regolarmente collegamenti con le scuole italiane. Guardare il paesaggio antartico da una delle finestre di Concordia seduti in classe è stato davvero emozionante per tutti... |
Conversazione con il team a Concordia Una settimana dopo la conferenza abbiamo ricevuto una mail da AUSDA per partecipare ad una selezione tra le scuole primarie aderenti al progetto Adotta una scuola in Antartide: “... è pervenuta, dall'Ambasciata italiana in Australia, all'Unità tecnica Antartide la richiesta di selezionare 10 scuole primarie italiane per partecipare ad un evento molto importante che verrà realizzato in Australia…”. Non potevamo assolutamente non partecipare! |
La mostra del Festival (2018)
Questo il testo della mail: “The Australian Antarctic Festival by painting penguins” è un evento biennale volto a promuovere la consapevolezza dell'Antartide, in particolare per i bambini delle scuole primarie. L'evento è organizzato dall'associazione no profit Mawson's Huts Foundation (www.mawsons-huts.org.au) con il sostegno del governo australiano attraverso la divisione antartica australiana, il governo statale della Tasmania e il consiglio comunale di Hobart.” Quando abbiamo letto la mail in classe ci siamo resi conto di non conoscere nessuno dei luoghi che venivano citati…nella mappa mentale della classe il tassello Australia - Tasmania - Hobart non c’era: abbiamo subito chiesto aiuto a Google Earth che in un momento ci ha trasportati agli antipodi e così è iniziato il nostro viaggio. Abbiamo atteso a lungo il pacco proveniente dall’altra parte del mondo, eravamo curiosi di aprirlo per vedere ciò che ci era stato anticipato: 50 sagome alte 30 centimetri raffiguranti il pinguino di Adelia in legno mdf da dipingere e decorare, senza nessuna indicazione ovvero nessun limite alla creatività. Da Dogato, dopo la trasformazione da noi operata, avremmo dovuto rispedire i pinguini a casa, per raggiungere i loro simili a Hobart dove viene allestito, in occasione dell’Australian Antartic Festival, un enorme spazio espositivo dedicato alle installazioni di tutte le scuole partecipanti. |
I pinguini sono arrivati solo nel novembre 2020 dopo aver sostato a lungo a Roma presso l’Enea: a causa della pandemia il festival era stato rinviato al 2021. Quando li abbiamo avuti tra le mani ci siamo chiesti come realizzare la nostra installazione e dopo aver a lungo discusso ci siamo detti che la cosa migliore da fare era portare l’Italia in Tasmania perché, come era successo a noi con la Tasmania, probabilmente laggiù in molti non conoscevano nulla del nostro Paese. La lampadina si è accesa ripensando alle esperienze scolastiche precedenti, in particolare a Leonardo da Vinci, un italiano famoso che a scuola avevamo celebrato con un nostro festival l’anno precedente in occasione del cinquecentenario dalla morte. |
L’essere una classe che utilizza quotidianamente i dispositivi mobili nella didattica, l’iPad e il quaderno cartaceo sono strumenti parimenti usati e familiari, ci ha portato ad effettuare in rete una ricerca di personalità geniali italiane e poi da lì abbiamo scoperto che non c’erano solo persone, ma anche oggetti nati in Italia e famosi in tutto il mondo e poi ci siamo chiesti se ci fossero anche animali solo ed esclusivamente italiani…(sì l’abbiamo trovato!!) | |
E’ così che abbiamo riunito e stilato la lista dei cinquanta soggetti con cui personalizzare le sagome. Con una slide- format costruita appositamente e condivisa con tutti ciascuno ha iniziato un proprio lavoro di ricerca e slide dopo slide la classe ne ha realizzate cinquanta e trovato per ciascun soggetto un’immagine rappresentativa ad alta risoluzione. Parallelamente abbiamo dipinto i pinguini di nero e dopo aver stampato le immagini a colori abbiamo “vestito” ciascun pinguino con un abito unico, “tagliato su misura” per renderlo assolutamente riconoscibile. E poi abbiamo dato inizio alla terza fase del progetto, ovvero rendere le sagome interattive, dei piccoli totem in grado di comunicare in lingua inglese e anche in modo multimediale la straordinaria e multiforme bellezza dell’Italia. Utilizzando un servizio online abbiamo creato per ciascuna slide un QRcode, l’abbiamo stampato, ritagliato e incollato sul retro di ciascun pinguino: l’installazione era pronta, il lavoro finito, i pinguini diventati italiani pronti per tornare da dove erano partiti. |
Born in Italy è il nome che abbiamo dato alla nostra installazione, i cinquanta parleranno dell’Italia in Tasmania ogni volta che qualcuno inquadrerà i nostri QRcode. Abbiamo inviato il link al video di presentazione ad AUSDA che così ha risposto: |
Se dovessi attribuire un valore assoluto a questa esperienza direi che oggi i miei studenti e le mie studentesse sono molto più consapevoli rispetto alla straordinarietà del nostro Paese e nel corso della ricerca è naturalmente nato quello spirito e quel senso di appartenenza che nelle Indicazioni Nazionali è scritto deve essere coltivato a scuola. Non solo: sono in grado di riconoscere guardando le immagini il volto di Giacomo Leopardi, quello di Gioacchino Rossini, Ennio Morricone, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack e di tutte le personalità della nostra galleria, sanno anche che in Italia sono nati il telefono, la radio, la Vespa e che siamo la patria non solo della pizza, ma anche del gelato, del caffè espresso, della mozzarella… per non parlare del plantigrado abruzzese: non sono cose così scontate purtroppo. La confidenza con il digitale che questi/e studenti/esse hanno acquisito e l’uso consapevole dei dispositivi connessi a internet che per loro è prassi quotidiana nel lavoro scolastico ci ha permesso di realizzare questa esperienza di apprendimento altrimenti impensabile, ma assolutamente giusta per la scuola del XXI secolo. |