flipped classroom

Questa metodologia ribalta la pratica didattica quotidiana: cambia lo schema di lavoro. Diverso è il modo di proporre i contenuti agli studenti e di particolare i tempi di apprendimento.

Nella pratica vengono forniti materiali didattici appositamente selezionati, o predisposti dall’insegnante (in questa parte sta soprattutto il supporto delle tecnologie):  video (anche registrati dallo stesso insegnante), risorse multimediali, libri o ebook: l’importante è che siano in grado di trattare adeguatamente ed esaustivamente il contenuto. La prima cosa che gli studenti fanno diventa quindi quella di studiare guardando video, consultando i materiali ed adoperandoli più volte, fino a quando i concetti non sono sufficientemente chiari o quantomeno ad acquisire alcune conoscenze sull’argomento/contenuto suscitandone anche curiosità, voglia di ricercare, approfondire, chiedere… Tutto questo avviene prima, ed esternamente alla scuola, e non dopo come avviene tradizionalmente con la “lezione frontale”. La seconda parte del lavoro avviene invece in classe, dove l’insegnante si troverà dei bambini già in parte preparati e portatori di conoscenze, ipotesi, informazioni, materiali. A scuola l’insegnante proporrà, coordinerà e supporterà le attività applicative: esercitazioni, compiti, risoluzione di problemi, attività di approfondimento, ecc. accompagnando gli alunni nell’organizzazione e estensione delle conoscenze e nella trasformazione concreta del saper fare concretamente. L’applicazione di questa metodologia permette di consolidare il ruolo dell’insegnante che affianca, si mette a lato dello studente e del ruolo costruttivista del proprio apprendimento da parte dell’alunno.

La Flipped classroom ha sicuramente vantaggi:

  • gli alunni seguono la lezione con i loro ritmi
  • lezione fruibile anche da assenti e visibile ai genitori
  • contenuti disponibile sempre (luogo e tempo)
  • realizzazione di attività collaborative a scuola
  • supporto del docente nel trasformare il sapere nel fare e nel saper fare

ma non è sufficiente da sola, va abbinata ad altre strategie. E’ necessario modificare il lavoro in classe!

 

UN’ESPERIENZA 

In classe 3^ durante lo studio della preistoria ci siamo imbattuti nei primi fantastici disegni degli uomini primitivi “le incisioni e le pitture rupestri”.

Partendo da queste parole, è stato assegnato ai bambini il compito-ricerca da fare a casa: visionare alcuni link, ricercare immagini relative all’argomento, costruire una presentazione o un documento con Google Drive da condividere con compagni e insegnante. Ecco alcuni esempi di link suggeriti:

A scuola sono stati poi formati dei gruppetti di lavoro e ricerca, nei quali sono state visionate le diverse presentazioni fatte a casa in modo individuale o in condivisione e integrate con la lettura del libro di testo e altri libri portati dall’insegnante e dai bambini stessi o da materiale trovato in rete. Compito dell’insegnante è stato quello di predisporre l’ambiente, offrendo materiali utili al lavoro e  lasciando la libertà di sperimentare, integrare o personalizzare l’attività.bimbi

Ogni gruppo ha esposto il proprio elaborato spiegando ai compagni ciò che aveva scoperto e mostrando le proprie produzioni. Tutto il gruppo classe è stato poi coinvolto in un’esperienza di “pittura e incisione rupestre su carta”. E’ stato realizzato un grande pannello murale che è diventato la parete della nostra “caverna classe”.

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Il mettersi in gioco e sperimentare cosa significa progettare una pittura rupestre (cosa dipingere, con quale scopo, quali colori…), concretizzare il progetto preparando i colori, suddividendosi lo spazio e i soggetti del disegno, armonizzandolo con il tutto è stata un’esperienza di collaborazione e di competenza, una dimostrazione pratica delle conoscenze acquisite. Un modo diverso di fare verifica.